GARAGE BLUES - River Blonde

Il secondo lavoro del dinamico duo romano formato da Stefano Tavernese e Armando
Serafini esce il 20 aprile per Bloos Records con una nuova selezione di canzoni e una
generosa dose di quel groovin’ blues che è da sempre la loro cifra stilistica.
Guarda il VIDEO che accompagna “Mad Men”.

L’album prosegue il discorso iniziato con The Heart, the Healer & the Holy Groove in un
repertorio concentrato in maniera ancora più netta sul mondo variegato del blues, linguaggio
universale in grado di interpretare gi aspetti più vari dell’animo umano. Sei canzoni originali e
quattro cover che testimoniano la crescita di questa autarchica band, dotata di una carica
ritmica ed emozionale che ben risalta nei tre pezzi registrati direttamente in concerto.


Cop-bordojpg

In studio questa volta sono entrati in tre, arricchendo con il basso elettrico di Lucio Villani il
sound creato dalle chitarre, violino e voce di Stefano Tavernese sulle originali percussioni di
Armando Serafini, registrando in un unico ambiente per cogliere l’immediatezza e la carica
di una vera live session.

All’interno del CD un piccolo poster con i testi delle canzoni originali e, sul retro, il disegno
creato per River Blonde da Lucio Villani che è anche artista grafico di notevole talento.

“I testi delle canzoni contengono quasi sempre delle immagini autobiografiche, spesso vere e
proprie fotografie di uno stato d’animo che ha caratterizzato momenti significativi della mia
vita. In ogni serata dal palco cerchiamo di trasmettere qualcosa di reale al pubblico, con le
parole e con le note.”

L’apertura dell’album è affidata al mandolino che cita brevemente le origini di “Cluck Old
Hen”, rubata alla tradizionale musica Old Time degli Stati Uniti, prima che la chitarra trasformi
il pezzo in un grintoso rock-funk.

Mad Men” è un intrigante marching-blues in cui la slide guitar intreccia i suoi fraseggi con il
violino su una base ipnotica arricchita dalle voci di Mario Donatone e della sua World Spirit
Orchestra, protagonisti assieme ai due River Blonde del suggestivo omonimo video.

Inizia con il crepitio della puntina sul vinile l’affascinante “Almost Like the Blues”, ennesima
prova della genialità del grande Leonard Cohen, da anni ormai uno dei pezzi forti nella scaletta
di River Blonde.

Il ritmo martellante di “Morning Light Blues” riporta all’esplosione del rock’n’roll negli anni
‘50, mentre il testo nel finale prende spunto da uno dei padri del blues per creare una nuova
immagine in cui la luce è speranza di liberazione.

La malinconica “Shine On” è una delle canzoni più intense di Garage Blues con una
atmosfera rarefatta e sognante che si adatta perfettamente alla voce di Stefano Tavernese.

If You Are a Rock” è invece un rocker senza compromessi segnato da un groove trascinante
in cui chitarra elettrica e basso articolano assieme un riff potente alternando momenti di più
libera improvvisazione.

La delicata “If”, infine, è una ciliegina acustica per sola chitarra e voce che conclude la
selezione dei pezzi registrati in studio.

La sezione live che segue ripropone due pezzi del primo album di River Blonde, l’intensa
Deep of My Heart” e una frizzante “Police Dog Blues”, lasciando il finale a un classico
come “Key to the Highway”, dove risaltano la carica e il pathos delle esibizioni live.

RiverBlonde-2023_4jpg
Dal 20 aprile su Spotify e tutti gli store.

Stefano Tavernese
Eclettico strumentista, performer e interprete vocale, fin dagli anni ottanta ha spaziato fra
musica tradizionale ed etnica, blues, jazz, rock con la chitarra, il violino e un numero
imprecisato di altri strumenti a corde.
Numerose le collaborazioni con noti artisti italiani e internazionali, dal rock sanguigno dei Gang
al progressive d'autore della PFM, dai virtuosismi chitarristici di Bob Brozman alle originali
rivisitazioni dell'Orchestra Italiana di Renzo Arbore, fino all'alternative rock-blues dei Bud
Spencer Blues Explosion.

Armando Serafini, alias Guitarmando
Alfiere indiscusso del “nocche’n’roll”, è uno dei percussionisti più originali in circolazione, con
decine di migliaia di visualizzazioni per i video in cui suona a colpi di nocche su qualsiasi
superficie o con il suo set personalizzato a base di legno e metallo,
Sir Guit è anche un chitarrista coi fiocchi e alle sue originalissime percussioni ha unito le sei,
dodici (e anche otto del bouzouki) corde con Mimmo Cavallo, Umberto Papadia,
Piergiorgio Faraglia, il tributo acustico ai Led Zeppelin dei No Quartet e Adriano Viterbini.


Hanno scritto del precedente album:

"...un emotivo, devoto e sincero tributo alle radici del blues, mescolando influenze folk, funk e
country... una scaletta in cui si sparge quieto, ma estremamente vivo, il calore di un fuoco che
nasce dallo spirito originario del Delta in grado di propagare la sua fiamma rigeneratrice ."
(Guitar Club, febbraio 2017)

"...un disco di blues arricchito da elementi di roots music... “The Preacher's Tale” e “Police Dog
Blues” sono cariche di groove, “Oh Mother Can You Save Me” è un volo notturno. I passaggi
più alti nel battito furente di “The Banshee Stomp” e nella bella “Deep of My Heart”. (Il
Manifesto, febbraio 2017)

Skype_Picture_2023_05_03T08_11_42_637Zjpeg